Torno da un altro tentativo di vita sociale.Un ennesimo "sforzo" di rapporto con gli altri.Ormai alla soglia dei 30 anni mi ritrovo con una personalita' indisposta verso il rapporto verso il prossimo ma piu' correttamente verso il gruppo.
Per gruppo intendo quell'insieme di almeno 3 o 4 persone dove io immancabilmente sono quello che non riesce a inserirsi.Attenzione a non confondersi con una sorta di "timidezza" nel confrontarsi con altre persone qui si parla proprio di una sorta di autismo automatico nel quale solo poche cose mi interessano delle persone intorno a me mentre il resto mi scorre addosso come fosse nulla.
Sono quello che magari e' sempre presente fisicamente ma difficilmente ti ricorderesti di lui per qualcosa che ha detto ma sicuramente per come si comporta quando sta nel "branco".Probabilmente il mio atteggiamento e' il riflesso di qualche mia "particolarita'" (definirlo problema mi pare eccessivo) dettata da esperienze e vicissitudini che mi hanno segnato duranto il processo verso l'eta' adulta...
Come accennavo ho 30 anni e non ho amici.Per amici intendo persone che ricercano in qualche modo la mia compagnia o semplicemente la mia attenzione...sono casi rari quelli che si sono verificati e principalmente da persone anche loro "particolari" ma in modo diverso.
La cosa che mi fa piu' specie e' che mi trovo quasi a lamentarmi del fatto di non avere quelle attenzioni che sento quasi di meritare frutto di "calcoli" mentali da me effettuati come se le persone ti danno attenzione o amicizia in base a formule matematiche ben delineate. Dall'altro canto e contrariamente a quanto appena detto mi ritrovo a chiedermi "ma io voglio davvero queste attenzioni e questa amicizie?" la risposta che mi risuona come un eco lontano pare essere un no...ma allora cosa voglio?
Ecco in realta' la domanda frutto di pensieri difficili,cosa si vuole? Si potrebbe rispondere nella maniera piu' disparata...senza limiti... ma penso che quello che realmente vogliono tutti (cambia solo il mezzo per ottenerlo) sia la felicita'.
Molte persone confondo la felicita' con il piacere o il divertimento.Cose facili da raggiungere, perche' alla fine basta quasi solo "pagarle" per averle e sinceramente mi ritengo soddisfatto da questo punto di vista.Ma cerco la felicita'... e non so cosa fare per ottenerla ma nel frattempo pretendo quasi sempre dagli altri qualcosa, un dovere che gli altri devono avere verso di me per un motivo non meglio definito.Le poche persone che sono cadute nella mia rete e che in qualche modo si sono lasciate affascinare da me le ho svuotate di tutto, pretendendo sempre piu' per poi lasciarle come gusci vuoti.
A volte penso di essere davvero cattivo.Forse lo sono, in me (come direbbe la mia zia "pia")probabilmente alberga uno spirito maligno che come un buco nero vorrebbe assorbire tutto e farlo scomparire nell'oscurita'.
A volte penso sia un bene che non abbia rapporti profondi con nessuno.Penso sia giusto che rimanga solo.Penso che non avro' mai dei figli perche' li rovinerei.
Ma cosa piu' importante e' che se avete letto fino a qui siete caduti nella mia rete rubandovi del tempo e stimolando i vostri pensieri per una persona che in realta' vuole solo farvi del male e godere di questo.
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