Lungi da me nel prodigarmi nei fantomatici auguri che si e' tanto soliti e solerzi a dare a tutti, volevo soltanto esprimere e lasciare una traccia scritta di questo natale 2009.Non voglio dimenticarlo come mio solito quindi lo scrivo qui (almeno finche' non cancellero' tutto il blog in un momento di follia).
Quello di quest'anno 2009 probabilmente e' stato il mioglior natale degli ultimi anni,almeno quelli da eta' "adulta" .Per chi non lo avesse letto io non vivo con la mia famiglia ma "coinquilino" con altra gente.Ed e' proprio da questo oceano fatto da persone che entrano ed escono dalla mia casa (e dalla mia vita) che ho incontrato una persona che ha saputo darmi un barlume di quello che cercavo.Non che lo abbia fatto con intenzione, quello di rendermi il natale migliore, ma diciamo che e' comunque servita allo scopo di farmi stare bene.Due eventi hanno catalizzato la particolarita' di queste feste, una e' stata una cena organizzata da questa persona in casa mia e l'altra un invito a casa di suoi amici nel giorno di natale.
Finalmente un invito non si e' trasformato in un qualcosa da cui sono voluto scappare dopo 10 minuti dal mio intervento nell'evento.Le cose si sono portate avanti abbastanza tranquillamente ma serenamente in entrambi i giorni.Unico neo un'amica (della mia coinquilina) che non mi pare sia una persona a cui rivolgere sentimenti positivi, non sopporto le persone cattive, con atteggiamenti volti a cercare di giudicare altri da una posizione che non penso gli appartenga.Ma visto che nulla puo' mai essere perfetto crogioliamoci nella soddisfatta senzazione di aver passato un buon natale.
Saluti!
domenica 27 dicembre 2009
sabato 12 dicembre 2009
Razzismo..?!
Nel mio lavoro vedo davvero tante persone ma quelle che mi colpiscono di piu' sono quelle che rappresentano un futuro plausibile.
Un futuro che puo' essere mio ma probabilmente sara' quello di molti altri, arrivati a un certo punto della vita probabilmente si capisce che non si puo' stare soli per sempre e allora ecco la soluzione "moderna" e a buon mercarto: la donna straniera.
Ormai mi capita con discreta frequenza di vedere queste coppie, lui un uomo qualunque quarantenne se non oltre e lei straniera.
La donna non-italiana e' la risposta alla solitudine che ormai per scelta o per destino accompagna la vita di molti italiani e il reciproco scambio rappresentato dal relazionarsi e decidere di trascorrere il resto della propria vita con una persona che non parla nemmeno la tua lingua sembra essere il compromesso piu' quotato di questi tempi.
Mi ha colpito uno di questi tanti casi nel quale lei era davvero giovane...di lui non ricordo quasi nulla... ma lei si vedeva che poteva avere ventanni o giu' di li' vestita con abiti da centro commerciale ma che lasciavano intravedere un certo effetto "lolita"... o mi viene in mente di quella coppia dove lui si nota subito quanto sia psicologicamente immaturo e socialmente impreparato e si lascia dominare da una donna che probabilmente ha incontrato su internet pochi mesi prima... che tristezza!
Non sto facendo una morale ne' sto giudicando queste situazioni, considero quelle appena descritte come un qualcosa che puo' capitarmi tranquillamente da qui a gli anni a venire.
Non voglio nemmeno dare l'impressione di sentirmi unico nella situazione che vivo perche' saremo centinaia e centinaia di persone quelle che ogni giorno vivono la loro vita da soli senza pensare a questo come un problema ma concentrandosi principalmente sul proprio lavoro, andando a dormire la sera giusto in tempo per svegliarsi il giorno dopo e ricominciare a fare l'unica cosa che da' senso alla loro vita.
L'apatia elevata a sistema di vita, corroborata da questo sistema imperante fatto di luoghi comuni dove ognuno deve sempre tendere a essere qualcosa che qualcun altro ha detto che deve fare o deve essere.
Purtroppo io non sono una persona abbastanza intelligente da cambiare le cose non ho i mezzi cognitivi e culturali e sono socialmente immaturo anche solo per esprimere le mie idee in pubblico, mi rendo sempre piu' conto che le cose sono sempre chiare quando vivono nella mia testa per poi perdere consistenza quando le tiro fuori... destino crudele...
Un futuro che puo' essere mio ma probabilmente sara' quello di molti altri, arrivati a un certo punto della vita probabilmente si capisce che non si puo' stare soli per sempre e allora ecco la soluzione "moderna" e a buon mercarto: la donna straniera.
Ormai mi capita con discreta frequenza di vedere queste coppie, lui un uomo qualunque quarantenne se non oltre e lei straniera.
La donna non-italiana e' la risposta alla solitudine che ormai per scelta o per destino accompagna la vita di molti italiani e il reciproco scambio rappresentato dal relazionarsi e decidere di trascorrere il resto della propria vita con una persona che non parla nemmeno la tua lingua sembra essere il compromesso piu' quotato di questi tempi.
Mi ha colpito uno di questi tanti casi nel quale lei era davvero giovane...di lui non ricordo quasi nulla... ma lei si vedeva che poteva avere ventanni o giu' di li' vestita con abiti da centro commerciale ma che lasciavano intravedere un certo effetto "lolita"... o mi viene in mente di quella coppia dove lui si nota subito quanto sia psicologicamente immaturo e socialmente impreparato e si lascia dominare da una donna che probabilmente ha incontrato su internet pochi mesi prima... che tristezza!
Non sto facendo una morale ne' sto giudicando queste situazioni, considero quelle appena descritte come un qualcosa che puo' capitarmi tranquillamente da qui a gli anni a venire.
Non voglio nemmeno dare l'impressione di sentirmi unico nella situazione che vivo perche' saremo centinaia e centinaia di persone quelle che ogni giorno vivono la loro vita da soli senza pensare a questo come un problema ma concentrandosi principalmente sul proprio lavoro, andando a dormire la sera giusto in tempo per svegliarsi il giorno dopo e ricominciare a fare l'unica cosa che da' senso alla loro vita.
L'apatia elevata a sistema di vita, corroborata da questo sistema imperante fatto di luoghi comuni dove ognuno deve sempre tendere a essere qualcosa che qualcun altro ha detto che deve fare o deve essere.
Purtroppo io non sono una persona abbastanza intelligente da cambiare le cose non ho i mezzi cognitivi e culturali e sono socialmente immaturo anche solo per esprimere le mie idee in pubblico, mi rendo sempre piu' conto che le cose sono sempre chiare quando vivono nella mia testa per poi perdere consistenza quando le tiro fuori... destino crudele...
sabato 5 dicembre 2009
Se ho la tua attenzione e' un cattivo segno
Torno da un altro tentativo di vita sociale.Un ennesimo "sforzo" di rapporto con gli altri.Ormai alla soglia dei 30 anni mi ritrovo con una personalita' indisposta verso il rapporto verso il prossimo ma piu' correttamente verso il gruppo.
Per gruppo intendo quell'insieme di almeno 3 o 4 persone dove io immancabilmente sono quello che non riesce a inserirsi.Attenzione a non confondersi con una sorta di "timidezza" nel confrontarsi con altre persone qui si parla proprio di una sorta di autismo automatico nel quale solo poche cose mi interessano delle persone intorno a me mentre il resto mi scorre addosso come fosse nulla.
Sono quello che magari e' sempre presente fisicamente ma difficilmente ti ricorderesti di lui per qualcosa che ha detto ma sicuramente per come si comporta quando sta nel "branco".Probabilmente il mio atteggiamento e' il riflesso di qualche mia "particolarita'" (definirlo problema mi pare eccessivo) dettata da esperienze e vicissitudini che mi hanno segnato duranto il processo verso l'eta' adulta...
Come accennavo ho 30 anni e non ho amici.Per amici intendo persone che ricercano in qualche modo la mia compagnia o semplicemente la mia attenzione...sono casi rari quelli che si sono verificati e principalmente da persone anche loro "particolari" ma in modo diverso.
La cosa che mi fa piu' specie e' che mi trovo quasi a lamentarmi del fatto di non avere quelle attenzioni che sento quasi di meritare frutto di "calcoli" mentali da me effettuati come se le persone ti danno attenzione o amicizia in base a formule matematiche ben delineate. Dall'altro canto e contrariamente a quanto appena detto mi ritrovo a chiedermi "ma io voglio davvero queste attenzioni e questa amicizie?" la risposta che mi risuona come un eco lontano pare essere un no...ma allora cosa voglio?
Ecco in realta' la domanda frutto di pensieri difficili,cosa si vuole? Si potrebbe rispondere nella maniera piu' disparata...senza limiti... ma penso che quello che realmente vogliono tutti (cambia solo il mezzo per ottenerlo) sia la felicita'.
Molte persone confondo la felicita' con il piacere o il divertimento.Cose facili da raggiungere, perche' alla fine basta quasi solo "pagarle" per averle e sinceramente mi ritengo soddisfatto da questo punto di vista.Ma cerco la felicita'... e non so cosa fare per ottenerla ma nel frattempo pretendo quasi sempre dagli altri qualcosa, un dovere che gli altri devono avere verso di me per un motivo non meglio definito.Le poche persone che sono cadute nella mia rete e che in qualche modo si sono lasciate affascinare da me le ho svuotate di tutto, pretendendo sempre piu' per poi lasciarle come gusci vuoti.
A volte penso di essere davvero cattivo.Forse lo sono, in me (come direbbe la mia zia "pia")probabilmente alberga uno spirito maligno che come un buco nero vorrebbe assorbire tutto e farlo scomparire nell'oscurita'.
A volte penso sia un bene che non abbia rapporti profondi con nessuno.Penso sia giusto che rimanga solo.Penso che non avro' mai dei figli perche' li rovinerei.
Ma cosa piu' importante e' che se avete letto fino a qui siete caduti nella mia rete rubandovi del tempo e stimolando i vostri pensieri per una persona che in realta' vuole solo farvi del male e godere di questo.
Per gruppo intendo quell'insieme di almeno 3 o 4 persone dove io immancabilmente sono quello che non riesce a inserirsi.Attenzione a non confondersi con una sorta di "timidezza" nel confrontarsi con altre persone qui si parla proprio di una sorta di autismo automatico nel quale solo poche cose mi interessano delle persone intorno a me mentre il resto mi scorre addosso come fosse nulla.
Sono quello che magari e' sempre presente fisicamente ma difficilmente ti ricorderesti di lui per qualcosa che ha detto ma sicuramente per come si comporta quando sta nel "branco".Probabilmente il mio atteggiamento e' il riflesso di qualche mia "particolarita'" (definirlo problema mi pare eccessivo) dettata da esperienze e vicissitudini che mi hanno segnato duranto il processo verso l'eta' adulta...
Come accennavo ho 30 anni e non ho amici.Per amici intendo persone che ricercano in qualche modo la mia compagnia o semplicemente la mia attenzione...sono casi rari quelli che si sono verificati e principalmente da persone anche loro "particolari" ma in modo diverso.
La cosa che mi fa piu' specie e' che mi trovo quasi a lamentarmi del fatto di non avere quelle attenzioni che sento quasi di meritare frutto di "calcoli" mentali da me effettuati come se le persone ti danno attenzione o amicizia in base a formule matematiche ben delineate. Dall'altro canto e contrariamente a quanto appena detto mi ritrovo a chiedermi "ma io voglio davvero queste attenzioni e questa amicizie?" la risposta che mi risuona come un eco lontano pare essere un no...ma allora cosa voglio?
Ecco in realta' la domanda frutto di pensieri difficili,cosa si vuole? Si potrebbe rispondere nella maniera piu' disparata...senza limiti... ma penso che quello che realmente vogliono tutti (cambia solo il mezzo per ottenerlo) sia la felicita'.
Molte persone confondo la felicita' con il piacere o il divertimento.Cose facili da raggiungere, perche' alla fine basta quasi solo "pagarle" per averle e sinceramente mi ritengo soddisfatto da questo punto di vista.Ma cerco la felicita'... e non so cosa fare per ottenerla ma nel frattempo pretendo quasi sempre dagli altri qualcosa, un dovere che gli altri devono avere verso di me per un motivo non meglio definito.Le poche persone che sono cadute nella mia rete e che in qualche modo si sono lasciate affascinare da me le ho svuotate di tutto, pretendendo sempre piu' per poi lasciarle come gusci vuoti.
A volte penso di essere davvero cattivo.Forse lo sono, in me (come direbbe la mia zia "pia")probabilmente alberga uno spirito maligno che come un buco nero vorrebbe assorbire tutto e farlo scomparire nell'oscurita'.
A volte penso sia un bene che non abbia rapporti profondi con nessuno.Penso sia giusto che rimanga solo.Penso che non avro' mai dei figli perche' li rovinerei.
Ma cosa piu' importante e' che se avete letto fino a qui siete caduti nella mia rete rubandovi del tempo e stimolando i vostri pensieri per una persona che in realta' vuole solo farvi del male e godere di questo.
venerdì 20 novembre 2009
Il Coinquilinaggio
Penso di rappresentare in maniera abbastanza reale quella che ormai e' e sara' sempre piu' spesso una necessita' di molti.Mi sto riferendo al vivere insieme ad altre persone (1,2 o piu') con le quali non si condividono amicizie o rapporti personali ma semplicemente si coindivide una casa e si dividono le spese.
Partendo dal presupposto che una persona "socialmente matura" arriva a una certa eta' sentendo il naturale bisogno di una vita indipendente dalla famiglia dove e' nato e vissuto, penso che l'unica sana alternativa al giorno d'oggi sia quella di affrontare una sfida come quella di vivere da "soli" (in maniera indipendente) solo incontrando chi come noi sente il nostro stesso bisogno, qui nasce il coinquilinaggio!
Personalmente ho vissuto in diverse case,quasi sempre con lavoratori ma qui a Parma capita spesso anche con studenti (per ovvi motivi), generalmente non ho mai avuto brutte esperienze o problematiche particolari, sara' anche che non ho grosse pretese e cerco di adattarmi forte della mia esperienza nel campo della vita con altre persone.Certo possono nascere dei dissapori, che si alzi la voce,che magari nasca un piccolo litigio per motivi piu' o meno futili ma fatto sta che secondo me vivere con altre persone in una societa' "finto aperta" come la nostra possa far ritrovare il piacere della socialita' e dello scambio di idee.Questo perche' incontrandosi con persone che non appartangono alla nostra vita quotidiana si viene a contatto con modi di pensare e punti di vista che da soli o frequentando sempre la solita cerchia di persone difficilmente avremmo la possibilita'conoscere.Con questo non dico che un coinquilino e' o deve diventare un tuo amico, anzi difficilmente mi e' accaduto ma cio' non toglie che tu ti possa arricchire oserei dire "spiritualmente" e allargare i tuoi orizzonti grazie a tutto cio'.
La morale della favola e' questa: smettere di avere troppa paura dell'altro, vivere la vita un tantino piu' semplicemente e riscoprire il piacere di aiutare gli altri ed essere aiutati nello spirito di un sincero altruismo.
Partendo dal presupposto che una persona "socialmente matura" arriva a una certa eta' sentendo il naturale bisogno di una vita indipendente dalla famiglia dove e' nato e vissuto, penso che l'unica sana alternativa al giorno d'oggi sia quella di affrontare una sfida come quella di vivere da "soli" (in maniera indipendente) solo incontrando chi come noi sente il nostro stesso bisogno, qui nasce il coinquilinaggio!
Personalmente ho vissuto in diverse case,quasi sempre con lavoratori ma qui a Parma capita spesso anche con studenti (per ovvi motivi), generalmente non ho mai avuto brutte esperienze o problematiche particolari, sara' anche che non ho grosse pretese e cerco di adattarmi forte della mia esperienza nel campo della vita con altre persone.Certo possono nascere dei dissapori, che si alzi la voce,che magari nasca un piccolo litigio per motivi piu' o meno futili ma fatto sta che secondo me vivere con altre persone in una societa' "finto aperta" come la nostra possa far ritrovare il piacere della socialita' e dello scambio di idee.Questo perche' incontrandosi con persone che non appartangono alla nostra vita quotidiana si viene a contatto con modi di pensare e punti di vista che da soli o frequentando sempre la solita cerchia di persone difficilmente avremmo la possibilita'conoscere.Con questo non dico che un coinquilino e' o deve diventare un tuo amico, anzi difficilmente mi e' accaduto ma cio' non toglie che tu ti possa arricchire oserei dire "spiritualmente" e allargare i tuoi orizzonti grazie a tutto cio'.
La morale della favola e' questa: smettere di avere troppa paura dell'altro, vivere la vita un tantino piu' semplicemente e riscoprire il piacere di aiutare gli altri ed essere aiutati nello spirito di un sincero altruismo.
mercoledì 4 novembre 2009
L'indecisionalita'
Giorno X del mese Y di un anno della vita di una persona qualunque.
Ci si ritrova trsti, vagamente depressi e mossi da una voglia di trovare una "soluzione" ai nostri problemi.Allora presi dalla voglia di cambiare qualcosa cominciamo a cercare quel qualcosa che puo' cambiarci.Pensiamo a cambiare abiutini, pensiamo a fare cose nuove, pensiamo di comprarci un vestito nuovo.Tutto fa brodo per cercare di trovare una spiegazione al nostro stato d'essere.A questa fastidiosa sensazione che anche quando non c'e' comunque rimane nascosta nell'ombra, lui e' il nostro simpatico Passeggero Oscuro.
E' un tipino silenzioso, non ha bisogno di dirci nulla per farci capire quello che vuole, basta uno sguardo e lui ha tutta la nostra attenzione, piu'vuoi sottarti alla sua influenza e piu' quello ti colpisce.
Il morale della favola e' che non conta cosa vuoi cambiare nella tua vita se prima non impari a cambiare te stesso ma sarebbe piu' corretto dire a conoscere te stesso.Non ci si conosce, non si sa mai cosa realmente si voglia.Non sto dicendo che cercare di cambiare le cose nella nostra vita non sia di aiuto dico solo che sono poco piu' di un palliativo ma che nel profondo dobbiamo essere noi a ritrovarci.
Oggi sto bene...perche' ho vinto dei soldi?Ho incontrato una bella donna?...no... oggi sto bene perche' ho parlato al mio "Dark Passenger" e quanto cose si risolvono facendo semplicemente due chiacchere.
Ci si ritrova trsti, vagamente depressi e mossi da una voglia di trovare una "soluzione" ai nostri problemi.Allora presi dalla voglia di cambiare qualcosa cominciamo a cercare quel qualcosa che puo' cambiarci.Pensiamo a cambiare abiutini, pensiamo a fare cose nuove, pensiamo di comprarci un vestito nuovo.Tutto fa brodo per cercare di trovare una spiegazione al nostro stato d'essere.A questa fastidiosa sensazione che anche quando non c'e' comunque rimane nascosta nell'ombra, lui e' il nostro simpatico Passeggero Oscuro.
E' un tipino silenzioso, non ha bisogno di dirci nulla per farci capire quello che vuole, basta uno sguardo e lui ha tutta la nostra attenzione, piu'vuoi sottarti alla sua influenza e piu' quello ti colpisce.
Il morale della favola e' che non conta cosa vuoi cambiare nella tua vita se prima non impari a cambiare te stesso ma sarebbe piu' corretto dire a conoscere te stesso.Non ci si conosce, non si sa mai cosa realmente si voglia.Non sto dicendo che cercare di cambiare le cose nella nostra vita non sia di aiuto dico solo che sono poco piu' di un palliativo ma che nel profondo dobbiamo essere noi a ritrovarci.
Oggi sto bene...perche' ho vinto dei soldi?Ho incontrato una bella donna?...no... oggi sto bene perche' ho parlato al mio "Dark Passenger" e quanto cose si risolvono facendo semplicemente due chiacchere.
martedì 20 ottobre 2009
Ma facebook puo' far riflettere?
Fa quasi ridere soltanto l'idea proporre come fonte di riflessione Facebook.
Più' o meno per sentito dire tutti conosciamo questo nome,alcuni lo utilizzano,altri non sanno cosa esattamente sia e infine ci sono quelli che si sono iscritti ma non sanno neanche il perché.
Dovete sapere che io non conosco molte persone nel reale, fatto sta che praticamente tutti gli “amici” di Facebook sono in realtà' i miei colleghi di lavoro.
Lavoro in un centro commerciale e quasi tutti usano Facebook (promoter comprese),io ho cercato di addare piu' o meno tutti anche perche' ho scoperto che quello era l'unico modo per relazionarmi e conoscere quelle persone, visto che nella realta' lavorativa di ogni giorno vuoi per una cosa vuoi per un'altra non si riesco a farlo. Lasciamo perdere il lato “relazionale” dove ognuno può' dire la sua ma soffermiamoci sul fatto di come si possa capire molto di un carattere notando solo gli interventi su Facebook.
Ci sono quelli che passano minuti e minuti (ore?) a fare test o giochini su Facebook...i loro interventi veri e propri si soffermano su vaghe affermazioni (...”sono triste”...”che bella la pioggia”) o strani messaggi con destinatari ignoti (...”non so se perdonarti”....”quando qualcuno ha bisogno nessuno e' veramente presente”..) come se avessero quest'ultimi come unico mezzo “personale e diretto” Facebook per comunicare a qualcuno qualcosa.....
Insomma il punto e' che tramite questo mezzo con cui ogni giorno “spio” tutte queste personalità' nel loro esprimersi mi ritrovo quasi a mal sopportare persone che nella realtà' nemmeno conosco veramente... mi riscopro a svelare personalità' vuote senza spessore aspiranti a diventare qualcosa di diverso da loro, da quello che sono veramente a favore di un ideale di persona dettato da...la TV?.. da questi personaggi “famosi”?...dal mito della felicita' legata alla ricchezza?
Mi sono quasi sconvolto a rendermi conto dalla vita condotta da queste persone dai loro modi di vivere. Attenzione che io sono tollerante con tutti,anzi accetto modi di pensare diversi dal mio anche diametralmente ma quando vedo questa spersonalizzazione dilagante dove nessuno in realta' difende idee proprie ma altrui allora li' non riesco ad accettarlo....
Per esempio non condivido chi utilizza Facebook per fare nuove amicizie, secondo me questo mezzo va utilizzato a complemento di quello che e' un rapporto reale e ampliarlo sul web...personalmente diffido da chi ha “287 AMICI” vuol dire che adda chiunque e anche questo ci dice qualcosa in piu' della persona in questione (sempre considerando anche l'utilizzo di Facebook che va a fare , personale o meno), cerca nella quantita' un riscontro di quello che e', spera che nella massa riesca a trovare consensi, persone psicologicamente bisognose di contatti e riscontri,magari persone insicure.... quanta tristezza mi da tutto questo...
Ma ammetto anche di aver trovato persone insospettabilmente “vive”,ricche di idee,propositive e creative, gente che fa parte di “noi” da cui imparare qualcosa e avere un arricchimento interiore...
Utilizzate Facebook in maniera “intelligente” carpite i segnali che potete ricevere e fateli collimare con la realtà' della vita della persona potreste scoprire l'inaspettato e finalmente qualcosa di positivo..
Più' o meno per sentito dire tutti conosciamo questo nome,alcuni lo utilizzano,altri non sanno cosa esattamente sia e infine ci sono quelli che si sono iscritti ma non sanno neanche il perché.
Dovete sapere che io non conosco molte persone nel reale, fatto sta che praticamente tutti gli “amici” di Facebook sono in realtà' i miei colleghi di lavoro.
Lavoro in un centro commerciale e quasi tutti usano Facebook (promoter comprese),io ho cercato di addare piu' o meno tutti anche perche' ho scoperto che quello era l'unico modo per relazionarmi e conoscere quelle persone, visto che nella realta' lavorativa di ogni giorno vuoi per una cosa vuoi per un'altra non si riesco a farlo. Lasciamo perdere il lato “relazionale” dove ognuno può' dire la sua ma soffermiamoci sul fatto di come si possa capire molto di un carattere notando solo gli interventi su Facebook.
Ci sono quelli che passano minuti e minuti (ore?) a fare test o giochini su Facebook...i loro interventi veri e propri si soffermano su vaghe affermazioni (...”sono triste”...”che bella la pioggia”) o strani messaggi con destinatari ignoti (...”non so se perdonarti”....”quando qualcuno ha bisogno nessuno e' veramente presente”..) come se avessero quest'ultimi come unico mezzo “personale e diretto” Facebook per comunicare a qualcuno qualcosa.....
Insomma il punto e' che tramite questo mezzo con cui ogni giorno “spio” tutte queste personalità' nel loro esprimersi mi ritrovo quasi a mal sopportare persone che nella realtà' nemmeno conosco veramente... mi riscopro a svelare personalità' vuote senza spessore aspiranti a diventare qualcosa di diverso da loro, da quello che sono veramente a favore di un ideale di persona dettato da...la TV?.. da questi personaggi “famosi”?...dal mito della felicita' legata alla ricchezza?
Mi sono quasi sconvolto a rendermi conto dalla vita condotta da queste persone dai loro modi di vivere. Attenzione che io sono tollerante con tutti,anzi accetto modi di pensare diversi dal mio anche diametralmente ma quando vedo questa spersonalizzazione dilagante dove nessuno in realta' difende idee proprie ma altrui allora li' non riesco ad accettarlo....
Per esempio non condivido chi utilizza Facebook per fare nuove amicizie, secondo me questo mezzo va utilizzato a complemento di quello che e' un rapporto reale e ampliarlo sul web...personalmente diffido da chi ha “287 AMICI” vuol dire che adda chiunque e anche questo ci dice qualcosa in piu' della persona in questione (sempre considerando anche l'utilizzo di Facebook che va a fare , personale o meno), cerca nella quantita' un riscontro di quello che e', spera che nella massa riesca a trovare consensi, persone psicologicamente bisognose di contatti e riscontri,magari persone insicure.... quanta tristezza mi da tutto questo...
Ma ammetto anche di aver trovato persone insospettabilmente “vive”,ricche di idee,propositive e creative, gente che fa parte di “noi” da cui imparare qualcosa e avere un arricchimento interiore...
Utilizzate Facebook in maniera “intelligente” carpite i segnali che potete ricevere e fateli collimare con la realtà' della vita della persona potreste scoprire l'inaspettato e finalmente qualcosa di positivo..
domenica 18 ottobre 2009
Perche'?
Perche' nasce questo Blog?
Per un bisogno fondamentale, quello di trovare persone che la pensano come me. Gente che si trova fuori posto in questa realta'.Dove ci si sente isolati un po' per scelte altrui ma sempre piu' spesso per scelte proprie dal resto delle altre persone.
Questo blog vuole essere incentrato sulla citta' di Parma (citta' dove io vivo) ma e' ovvio che pareri e opinioni da tutta Italia sono ben accette.
Rappresento quel gruppo che sono certo e' meno piccolo di quello che sembra, semplicemente nascosto e insonorizzato dalla voce “urlante” degli altri. In una società' dove la TV ci influenza pesantemente. Schiavi di punti di vista non nostri e che ci fanno credere di essere sempre soli e unici nel nostro genere!
Noi siamo quelli che dello sport non ci importa nulla (inteso come tifo non come attivita' fisica) , siamo quelli che non ci importa nulla di fare parte del lato “glamour” della societa', noi siamo quelli che vivono la vita per quello che sentono dentro e non per quello che ci viene detto. Rappresentiamo quella fetta di popolazione libera dall' “uniformismo” da non confondere con il conformismo nel quale invece ognuno e' conforme a se stesso e non uguale agli altri.
Noi siamo quelli che non sognano di diventare famosi o ricchi.
Non ci interessa fare parte di nessuno schieramento politico, non siamo di sinistra o destra... non ne vediamo nemmeno il significato, ma abbiamo le nostre idee libere da tali schemi.
Noi siamo quelli che non rubano, quelli che non distruggono. Siamo invece quelli che lavorano e si danno da fare, siamo i lavoratori che non fanno quello che fanno per avere uno stipendio ma lo fanno per il piacere di fare bene il proprio compito.
Noi siamo chi vuole vivere una passione per davvero, in gruppo o da soli non importa ma comunque ci crediamo.
Lo so che a Parma siamo in tanti, so anche che molti si nascondo intimoriti dalla “massa urlante” che ci sbatte ogni giorno in faccia una realta' imposta, quegli stessi individui nei quali leggi in volto e negli occhi quella tristezza di fondo che nessuna discoteca da ultimo grido, nessuna “figa” conosciuta la sera prima, nessuna macchina costosa comprata con 5 anni di rate riescono a nascondere.
Nel mio posto di lavoro sto finalmente cominciando a intravedere qualcuno di noi, ci muoviamo cheti, non abbiamo smania di apparire, noi viviamo del gusto di vivere e siamo contenti con le piccole cose. Notarci non e' facile e apprezzarci ancor di meno se non ci si ferma ad osservare con attenzione. Noi siamo pazienti, la corsa del “tutto e subito” e' solo un'altra porta che si affaccia sulla piu' totale vuotezza di sentimenti.
Noi non siamo perfetti,non siamo tutti intelligenti,non siamo tutti simpatici e non siamo nemmeno tutti belli... noi siamo quello che ognuno dovrebbe essere...diverso dall'altro.
Non ho grosse pretese su questo blog, gia' incontrare qualcuno tramite questo mezzo sarebbe una grande cosa, quanta voglia avrei di confrontarmi su temi della nostra societa', ascoltare punti di vista, opinioni personali, prendere come spunto una qualsiasi cosa e far nascere un discoso che non si sa dove porterà' ma che di sicuro ci lascerà' qualcosa dentro.
Che voi siate nati a Parma o che voi ci viviate e basta, che siate studenti o lavoratori... non importa... confrontatevi, lo so che ne avreste voglia anche voi... di essere ascoltati ma sopratutto di ascoltare. Sempre piu' assetati e sempre con la mente piu' inaridita dalle non informazioni che ci arrivano intorno a noi.
Utilizziamo internet per trovarci e creiamo un punto di incontro nel quale l'unico scopo e' essere cio' che siamo.
Per un bisogno fondamentale, quello di trovare persone che la pensano come me. Gente che si trova fuori posto in questa realta'.Dove ci si sente isolati un po' per scelte altrui ma sempre piu' spesso per scelte proprie dal resto delle altre persone.
Questo blog vuole essere incentrato sulla citta' di Parma (citta' dove io vivo) ma e' ovvio che pareri e opinioni da tutta Italia sono ben accette.
Rappresento quel gruppo che sono certo e' meno piccolo di quello che sembra, semplicemente nascosto e insonorizzato dalla voce “urlante” degli altri. In una società' dove la TV ci influenza pesantemente. Schiavi di punti di vista non nostri e che ci fanno credere di essere sempre soli e unici nel nostro genere!
Noi siamo quelli che dello sport non ci importa nulla (inteso come tifo non come attivita' fisica) , siamo quelli che non ci importa nulla di fare parte del lato “glamour” della societa', noi siamo quelli che vivono la vita per quello che sentono dentro e non per quello che ci viene detto. Rappresentiamo quella fetta di popolazione libera dall' “uniformismo” da non confondere con il conformismo nel quale invece ognuno e' conforme a se stesso e non uguale agli altri.
Noi siamo quelli che non sognano di diventare famosi o ricchi.
Non ci interessa fare parte di nessuno schieramento politico, non siamo di sinistra o destra... non ne vediamo nemmeno il significato, ma abbiamo le nostre idee libere da tali schemi.
Noi siamo quelli che non rubano, quelli che non distruggono. Siamo invece quelli che lavorano e si danno da fare, siamo i lavoratori che non fanno quello che fanno per avere uno stipendio ma lo fanno per il piacere di fare bene il proprio compito.
Noi siamo chi vuole vivere una passione per davvero, in gruppo o da soli non importa ma comunque ci crediamo.
Lo so che a Parma siamo in tanti, so anche che molti si nascondo intimoriti dalla “massa urlante” che ci sbatte ogni giorno in faccia una realta' imposta, quegli stessi individui nei quali leggi in volto e negli occhi quella tristezza di fondo che nessuna discoteca da ultimo grido, nessuna “figa” conosciuta la sera prima, nessuna macchina costosa comprata con 5 anni di rate riescono a nascondere.
Nel mio posto di lavoro sto finalmente cominciando a intravedere qualcuno di noi, ci muoviamo cheti, non abbiamo smania di apparire, noi viviamo del gusto di vivere e siamo contenti con le piccole cose. Notarci non e' facile e apprezzarci ancor di meno se non ci si ferma ad osservare con attenzione. Noi siamo pazienti, la corsa del “tutto e subito” e' solo un'altra porta che si affaccia sulla piu' totale vuotezza di sentimenti.
Noi non siamo perfetti,non siamo tutti intelligenti,non siamo tutti simpatici e non siamo nemmeno tutti belli... noi siamo quello che ognuno dovrebbe essere...diverso dall'altro.
Non ho grosse pretese su questo blog, gia' incontrare qualcuno tramite questo mezzo sarebbe una grande cosa, quanta voglia avrei di confrontarmi su temi della nostra societa', ascoltare punti di vista, opinioni personali, prendere come spunto una qualsiasi cosa e far nascere un discoso che non si sa dove porterà' ma che di sicuro ci lascerà' qualcosa dentro.
Che voi siate nati a Parma o che voi ci viviate e basta, che siate studenti o lavoratori... non importa... confrontatevi, lo so che ne avreste voglia anche voi... di essere ascoltati ma sopratutto di ascoltare. Sempre piu' assetati e sempre con la mente piu' inaridita dalle non informazioni che ci arrivano intorno a noi.
Utilizziamo internet per trovarci e creiamo un punto di incontro nel quale l'unico scopo e' essere cio' che siamo.
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